| I dipendenti pubblici spesso hanno una buona facilità ad  ottenere prestiti, ed  alcune banche e finanziarie hanno tipologie specifiche di prestito loro dedicati.
 CESSIONE  DEL QUINTO
 In molti casi la formula utilizzata per i prestiti ai dipendenti pubblici è  quella detta “cessione del quinto“.
 Per “quinto” si intende il quinto dello stipendio netto  mensile o della pensione nel caso di un lavoratore a riposo.
 Questi sono gli aspetti principali che comunemente  determinano il prestito con cessione del quinto:
 
             l’importo ricevuto può essere liberamente finalizzato e non occorre       motivare la richiesta di finanziamento;è il datore di lavoro a       pagare le rate, che vengono trattenute direttamente dalla busta paga;l’importo massimo erogabile       si aggira intorno ai 40.000 €;la rata mensile non può superare 1/5 del netto dello stipendio o della pensione mensile;la durata del prestito in genere va da un minimo di 2 anni fino a un massimo di 10       anni;la banca eroga in un’unica       soluzione l’importo concordato con il lavoratore dipendente;non è richiesta alcuna garanzia patrimoniale o immobiliare. GARANZIE E ASSICURAZIONEIn definitiva per ottenere questo tipo di prestito è sufficiente essere  titolare di una busta paga o di una pensione, ma per i dipendenti  pubblici vi possono essere come già accennato più facilità e talvolta  vi sono delle convenzioni (ad esempio i prestiti INPDAP).La sottoscrizione del prestito con “cessione del quinto” comporta per legge  l’adesione a un’assicurazione sulla vita e sull’impiego.  Questa serve per la eventualità di insolvenza da parte del debitore.
 Quindi l’ente che ha erogato il prestito, nel caso di morosità del  beneficiario del finanziamento, ha il diritto di trattenere il TFR cumulato  fino alla soddisfazione del debito e nel caso che non fosse sufficiente ripara  la copertura assicurativa.
 
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